L’emergenza economica in corso sta avendo effetti anche nei rapporti tra inquilini e proprietari.

Le difficoltà riguardano sia le famiglie, che negozi, uffici, studi professionali ed imprese.

La risposta data dal legislatore è stata, sino ad ora, solo quella di bloccare gli sfratti sino al 30 giugno 2020; il problema è quindi stato solo rinviato di qualche mese, ma non affrontato.

Nel settore delle locazioni il tempo è però un fattore fondamentale: l’accumularsi di diverse mensilità in arretrato riduce infatti le possibili soluzioni e le rende, molto spesso, anche più onerose. Con un intervento tempestivo è invece possibile contenere i danni per le parti.

Attendere la fine del “blocco degli sfratti” per affrontare la questione, potrebbe quindi rivelarsi una scelta non molto lungimirante per entrambe le parti: da un lato l’inquilino vedrebbe aumentare l’arretrato (con conseguente maggiore difficoltà a sanare la morosità), dall’altro il proprietario rischierebbe di incappare in tribunali già intasati da altre procedure di sfratto (con conseguente dilatamento dei tempi).

Per questi motivi sono sempre di più i proprietario (e/o gli inquilini) che si rivolgono ad un professionista, chiedendogli di individuare, vista la straordinarietà della situazione, una soluzione concordata della crisi.

La procedura di sfratto per morosità rimane quindi rimedio residuale.

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